Nel maggio 2020 il decreto rilancio del governo Conte ha stanziato 11 milioni di euro a favore delle federazioni sportive che investono nella transizione al professionismo.
Una delle prime ad approfittare di questa opportunità è stata la FIGC. Così, dopo oltre 50 campionati, dalla stagione 22/23 i club della Serie A femminile si lasceranno alle spalle il dilettantismo.
Punti chiave
- Il campionato di calcio femminile italiano diventerà professionistico a partire dalla stagione 22/23
- Le grandi società stanno investendo sempre di più nelle squadre femminili
- L'interesse attorno al movimento è cresciuto anche grazie alle prestazioni della Nazionale
In Italia il percorso verso il professionismo ha subito un'accelerazione grazie agli ultimi Mondiali, quelli disputati in Francia nel 2019, nei quali le Azzurre hanno raggiunto i quarti di finale.
Le partite della Nazionale femminile hanno fatto registrare un'audience televisiva media di 3 milioni, con punte di oltre 7 milioni di telespettatori.
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Anche Regina Baresi ha contribuito nel suo piccolo alla crescita del movimento.
Figlia di Beppe, capitano dell'Inter e campione del mondo a Spagna '82, e nipote di Franco, uno dei più grandi difensori di sempre, ha indossato per 17 stagioni la maglia nerazzurra, quella con il numero del suo idolo d'infanzia.
"Ho scelto la 9 per via di Ronaldo. Ma la passione per il calcio è nata e cresciuta inevitabilmente grazie a mio padre, anche se i miei genitori provarono invano a farmi praticare altri sport", racconta a SBS Italian.

Regina ha collezionato 208 presenze e 108 reti con la maglia dell'Inter Milano e 31 presenze e 10 reti con l'Inter Women. Source: Supplied
Dagli allenamenti sui campi in terra alla diretta TV delle partite della Serie A
"In Italia siamo ancora lontani dai livelli di alcuni campionati esteri, ma quando ho cominciato io ci allenavamo la sera sui campi di terra, c'erano poche squadre e poca competenza, perché per molte persone quello era un hobby", ricorda Regina.
Baresi, che ha debuttato nell'Inter Milano appena diciottenne, ha detto basta al calcio giocato alle soglie dei 30 anni, dopo aver riportato l'Inter Women in Serie A proprio nella stagione culminata con la partecipazione delle Azzurre ai Mondiali di Francia.
Una circostanza, che - unita alla mancata qualificazione della squadra di Ventura alla Coppa del Mondo in Russia - ha contribuito a far accendere i riflettori sul calcio femminile italiano e a far appassionare molti italiani.

Regina Baresi in uno studio TV Source: Supplied
Ma è il grande pubblico che si è accorto tardi della spettacolarità dello sport o è stato il calcio femminile ad aver avuto bisogno di un certo lasso di tempo per evolvere?
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"I successi delle Azzurre hanno aiutato a creare interesse attorno al movimento, ma un fattore determinante nella crescita è stata la decisione dei grandi club di investire nelle squadre femminili".
"Gli investimenti e il convolgimento di determinate figure professionali, poi, aiutano indubbiamente a migliorare lo spettacolo".
"Se ci fossero dei campi leggermente più piccoli si potrebbe aumentare la velocità di gioco e l'intensità, quindi la spettacolarità delle partite. Ma il corpo di una donna non sarà mai paragonabile a quello di un uomo quindi è sbagliato fare confronti".

Regina Baresi nelle vesti di madrina del secondo 'Premio Milano Donna' che si è svolto a Palazzo Marino alla presenza del Sindaco Beppe Sala Source: Supplied
In Italia non siamo ancora del tutto aperti al calcio femminile, ma il professionismo può aiutare
"In Italia non siamo ancora mentalmente aperti al 100% ad accettare il calcio femminile, ma il professionismo può aiutare" spiega Regina.
L'ex capitana dell'Inter, che adesso tra le altre cose cura Beyond, una serie di podcast nell'ambito dei quali intervista protagoniste del mondo dello sport, ha un'idea precisa sulla Serie A Women.
"Purtroppo credo che la Juve rivinca lo scudetto - dice -. Tra le altre, suggerisco di tenere d'occhio il Sassuolo".
Riascolta qui l'intervista integrale a Regina Baresi:
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