Dopo avere definito Vladimir Putin "dittatore" e "macellaio", Biden ha dichiarato che Putin "non può restare al potere", una frase pronunciata al termine del suo discorso a Varsavia, in Polonia.
Sembra che questa affermazione gli sia sfuggita e non facesse parte del testo del discorso.
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha risposto alla Reuters che questo "non è qualcosa che decide Biden. Il presidente della Russia è eletto dai russi".
Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha precisato che le parole di Biden non volevano suggerire una strategia per un cambio di potere al vertice della Russia.
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Secondo il giornalista ed esperto di Europa orientale Giuseppe D'Amato, questa è un'ulteriore espressione di screzi personali tra i due presidenti ed è un'escalation rischiosa, perché in Russia "si registra un astio dell'Occidente verso il Paese, e questo segnale è l'ennesimo elemento che conferma che questo astio realmente esiste".
Intanto si continua a combattere duramente nel sud dell'Ucraina, con al centro degli scontri la città di Mariupol, che D'Amato definisce "fondamentale per i russi, in quanto senza il controllo di Mariupol non si può arrivare alla definizione del corridoio che lega la Russia meridionale e il Donbass alla Crimea".
Ascolta l'intervento del giornalista Giuseppe D'Amato
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